"I giovani non hanno voglia di lavorare!"
Sei sicuro che sia solo colpa loro?
Anche per il blog di Studio Freccia è arrivato un nuovo mese, e quindi come sempre affrontiamo un nuovo tema di discussione.
Sentendo sempre moltissimi di voi titolari, scambiando due chiacchiere e raccogliendo le vostre impressioni, ci siamo resi conto che un’opinione comune è quella che in giro ci sia penuria di giovani candidati che cercano lavoro.
Già, gli imprenditori veneti pensano che i giovani di oggi abbiano poca voglia di lavorare.
Proviamo allora, in quattro appuntamenti settimanali del blog, a parlare proprio di questo, in maniera obiettiva e cercando di capire dove stia la verità.
La verità sta nel mezzo, come dicono i proverbi
Cominciamo subito dicendo che anche noi di Studio Freccia pensiamo ci sia una parte di verità in questo, ma è pur vero che tale pensiero non delinea interamente il problema.
Proviamo allora a spiegarci meglio: è vero ad esempio che oggi sono diversi i sussidi statali messi a disposizione di persone disoccupate (pensiamo ad esempio al reddito di cittadinanza), che spesso fanno sì che molti potenziali candidati se ne restino a casa sul divano o al bar o, peggio, ad integrare il reddito con un “lavoretto” a nero.
Spesso noi stessi abbiamo sentito giovani lamentarsi del fatto che se il sussidio statale arriva ad una certa somma, che senso ha andare a lavorare tot ore al mese per guadagnare meno?
Ecco, allora il punto è proprio questo: cosa offrono veramente gli imprenditori veneti (e italiani in generale, perché il problema lo si può allargare a tutto il Paese) per far sì che i giovani siano attratti dal lavoro in azienda?
La verità perciò secondo noi, seguendo un saggio adagio dei proverbi, sta nel mezzo.
Cosa offrono concretamente gli imprenditori ai giovani lavoratori?
Partendo dal presupposto che la società di oggi non è certamente quella di venti, trenta o quarant’anni fa, chiediamoci a questo punto se davvero come imprenditori stiamo capendo a fondo il problema.
Facciamoci un esame di coscienza: cosa offriamo concretamente ai giovani lavoratori, se si sentono così liberi di rifiutare un’offerta?
Ragionando per grandi numeri, non è possibile che TUTTI i giovani siano degli scansafatiche: è necessario perciò ammettere che attualmente gli imprenditori (sempre generalizzando, ovvio, perché esistono tante storie virtuose all’interno delle aziende) non stanno offrendo niente, non mettono nulla sul piatto a livello di offerta.
Chi ci segue sa bene che non la mandiamo a dire, e che parliamo chiaro.
Ecco dunque la verità: le offerte di lavoro che fanno oggi gli imprenditori sono piatte e vecchie, e non funzionano più. 🤷🏻♂️
Cosa fare allora? Offri di più!
“Eh, ma allora cosa posso fare?”
Già sappiamo che come imprenditore starai pensando a questo!
Lo ripetiamo: non funziona più come prima!
Oggi la società è cambiata, IL LAVORO è cambiato.
La concorrenza è spietata: pertanto come imprenditori bisogna tenersi costantemente aggiornati.
Un imprenditore oggi deve offrire di più ad un possibile futuro dipendente della sua azienda.
Non ci si può più limitare a uno stipendio base, altrimenti sai cosa accadrà?
Che i candidati andranno da un altro che offre loro qualcosina in più.
E sarebbe troppo semplice, poi, rispondere con un “facciano pure, tanto prima o poi chi si accontenta lo trovo”.
Davvero come imprenditore affideresti il lavoro a qualcuno che non vuole crescere, che si accontenta di poco e che, quindi, in futuro, non farà crescere la tua azienda?
Ecco, cominciare a capire questo è già un buon primo passo.
Fin’ora abbiamo introdotto l’argomento della mancanza di giovani candidati per molte posizioni lavorative.
In pratica: il lavoro c’è, ma parrebbe che a nessuno dei disoccupati in giro importi!
Gli imprenditori veneti lamentano questa criticità e ci siamo chiesti quali possano essere i motivi.
Abbiamo concluso che chi offre lavoro oggi deve anche ampliare i propri orizzonti e non chiudersi in difesa con pregiudizi verso i mancati candidati.
Le conseguenze di questo modo di fare, infatti, potrebbero essere catastrofiche.
Come agire allora?
Qui di seguito proviamo a dare qualche spunto a voi imprenditori e datori di lavoro su come approcciare al recruitment, cioè alla ricerca dei candidati, con successo.
L'adozione del welfare aziendale come primo passo per un'offerta più valida
In qualità di imprenditore avrai sicuramente sentito parlare del cosiddetto “welfare aziendale”, e cioè una serie di azioni o iniziative messe in pratica dal datore di lavoro per offrire al lavoratore dipendente dei servizi che vadano oltre la semplice attività lavorativa, ma che si allarghino anche ad altre sfere del quotidiano.
Al giorno d’oggi infatti non puoi più sperare di attrarre giovani lavoratori offrendo soltanto un contratto base (quando va bene, diciamo la verità), perché la concorrenza è spietata e ci saranno sempre aziende che offriranno di più e meglio ai giovani.
Occorre perciò che tu ti metta al passo con i tempi.
Oltretutto in questo modo attireresti verso la tua azienda persone motivate e qualificate, e non dei semplici perditempo che non farebbero crescere la produttività della tua impresa.
Ecco allora in cosa potresti prendere spunto dal welfare aziendale per ampliare la tua offerta di lavoro.
Comincia dai benefit: i più apprezzati dai lavoratori della generazione 4.0
Sapere di cominciare a lavorare per un’azienda che, oltre a darti lo stipendio fisso mensile, ti offre dei benefit non indifferenti in cambio di impegno nel lavoro, spinge ad aumentare la produttività dei dipendenti.
Questo è provato da moltissimi studi di sociologia, senza contare che i benefit offerti dal datore di lavoro vengono largamente apprezzati dai candidati e poi, successivamente dai dipendenti.
Ecco qualche esempio dei benefit più appetibili:
· Buoni pasto: da spendere per la pausa pranzo o per la spesa di generi alimentari;
· Bevande e snack gratis: all’interno del posto di lavoro oppure in locali convenzionati;
· Cellulare, computer, auto o furgone aziendale: si tratta di uno degli incentivi maggiori per far sì che una persona giovane si candidi ad una posizione lavorativa;
· Rimborso spese per telefono cellulare e connessione Internet: anche questa è un’azione molto apprezzata dai candidati e dai dipendenti delle ultime generazioni;
· Bonus annuali: da elargire non per default (ne abbiamo parlato negli scorsi mesi proprio su questo blog) ma con cifra che aumenta secondo il merito.
Queste che abbiamo appena visto sono le iniziative più apprezzate, e volte soprattutto a fruizioni immediate.
Come imprenditore puoi però portare avanti anche altre azioni di welfare aziendale, come ad esempio quelle legate al comfort dell’ambiente lavorativo.
Comfort dell'ambiente di lavoro: se stai bene sul posto di lavoro lavori meglio e di più
Beh, come negarlo?
È proprio così: se si sta bene sul posto di lavoro si lavora meglio e di più, perché lo si fa in un ambiente confortevole.
Non è necessario che tu abbia chissà che struttura, non ci vogliono necessariamente le grandi aziende per offrire un buon ambiente di lavoro.
Anche un’azienda piccola o piccolissima possono offrire, ad esempio:
· Distributori automatici di snack e bevande: a disposizione dei dipendenti a tutte le ore;
· Parcheggio libero: evitare lo stress del parcheggio significa avere lavoratori più sereni e produttivi;
· Mensa aziendale: offrire un servizio mensa, anche attraverso convenzioni con ristoranti, è un plus non indifferente;
· Orario flessibile: senza vincoli rigidi di orari, ma legando tutto al risultato, la produttività del lavoratore aumenta in maniera considerevole.
Non ti sarà certamente sfuggita la recente polemica sollevata dallo chef Alessandro Borghese, secondo il quale i giovani oggi non hanno più voglia di lavorare, perché senza esperienza dovrebbero farlo anche gratis!
Noi di Studio Freccia abbiamo già spiegato negli scorsi articoli che non è proprio così, e che i giovani di oggi non sono quelli di 20 o 30 anni fa.
Oggi la società è cambiata, e le aziende, così come i datori di lavoro, devono tenersi al passo di questi cambiamenti.
Ecco allora che abbiamo cominciato a suggerirti cosa puoi fare in concreto per attrarre nuovi e giovani candidati nella tua azienda, a lavorare per te e con te.
Dopo i benefit e il miglioramento del comfort dell’ambiente di lavoro, oggi vogliamo darti dei consigli su quelli che sono dei veri e propri incentivi a lavorare di più.
Dalla formazione professionale ai premi di produzione: risveglia una sana competizione!
Gli incentivi al lavoro fanno anch’essi parte di quello che definiamo “Welfare aziendale”, messo in conto dalla legge italiana e che non comporta alcuna perdita da parte delle aziende, anzi!
Con questa tipologia di azioni, inoltre, potrai spingere molti giovani qualificati a candidarsi per le posizioni lavorative che metterai a disposizione.
Si tratta di fatti già sperimentati e che hanno portato le imprese che hanno adottato proprio questi comportamenti a migliorare notevolmente le entrate, sia in termini di denaro, che di produttività o di pubblicità (comunicazione).
Ma non vogliamo dilungarci ancora, e arriviamo subito a capire quali siano questi incentivi.
- Formazione professionale: Fornire una buona formazione professionale ai dipendenti consente a te datore di lavoro di individuare le conoscenze e le competenze che desideri che abbiano i tuoi dipendenti. In pratica i programmi di formazione possono aggiornare i tuoi lavoratori su nuove competenze per migliorare la loro produttività. Questi sforzi incoraggiano infatti la volontà di assumersi dei rischi per migliorare i processi, evitando una continua attività di supervisione da parte tua.
- Premi di produzione e incentivi legati alle vendite: L’assegnazione di un bonus ai tuoi dipendenti può motivarli a lavorare di più. Facciamo un esempio: se possiedi una piccola azienda di software, potresti emettere un bonus per il personale che ha aumentato le vendite del 10% negli ultimi 12 mesi. Il premio fornisce un incentivo per i dipendenti a raggiungere l’obiettivo. È un momento ottimale per iniziare nuovi progetti o dare ai dipendenti responsabilità extra dopo un bonus. Inoltre il morale sarà alto, con il personale desideroso di contribuire.
- Abbonamento per i mezzi pubblici: Può sembrare un incentivo da poco ma non lo è affatto! Un candidato ad un posto per la tua azienda che sa che avrà le spese di trasporto pagate per il tragitto casa lavoro (e non solo) se utilizza i mezzi pubblici sarà molto più invogliato a venire a lavoro!
- Lavoro da casa e spese di alloggio: Incentivare lo smartworking o il lavoro da casa è un’attività crescente nelle aziende, che hanno visto come quest’attitudine contribuisce ad aumentare la produttività dei lavoratori (con una diminuzione delle spese aziendali). Se il tuo dipendente può lavorare tranquillamente da casa (e questo vale soprattutto per le donne e neo mamme) ti garantirà comunque i risultati che deve ma sarà più rilassato e potrà conciliare gli impegni del lavoro con quelli della famiglia.
- Viaggio premio e sconti sui prodotti o servizi dell’azienda: ultimi, ma non certo per importanza, sono gli incentivi legati allo svago dopo il lavoro. Questi possono avere a che fare sia con dei viaggi premio, concessi ai dipendenti dopo un periodo impegnativo su un progetto aziendale, sia con sconti legati ai prodotti e ai servizi dell’azienda. In questo caso i tuoi dipendenti saranno i primi fruitori del prodotto che produci e commercializzi, e in più potranno portare nuovi clienti alla tua azienda.
La prossima settimana chiuderemo questo argomento degli incentivi al lavoro parlando delle azioni di azioni di welfare legate alla previdenza sanitaria o ai fondi pensione.
Come avrai potuto notare ci siamo occupati di welfare aziendale come strumento principale per raggiungere questo obiettivo.
Benefit e miglioramento del comfort dell’ambiente di lavoro, uniti agli incentivi veri e propri al lavoro possono fare tanto.
Tuttavia c’è ancora un altro tassello da aggiungere al puzzle, se vuoi davvero che molti candidati preparati rispondano ai tuoi annunci di lavoro: quello della protezione economica per il presente ed il futuro.
Sì, stiamo parlando di fondi pensione, assicurazioni sanitarie e polizze vita che puoi proporre ai tuoi dipendenti o futuri tali.
Vediamo di cosa si tratta.
Il welfare aziendale nelle piccole imprese passa anche dalla previdenza complementare
Se non ci avevi mai pensato è ora che ti informi bene sulle opportunità che il welfare aziendale anche in questo ambito può dare a te come imprenditore e alla tua piccola impresa.
Nello specifico, ecco le opportunità che possono essere offerte a candidati e dipendenti.
Pagamento degli straordinari
Il pagamento degli straordinari dovrebbe essere la regola, soprattutto per certe tipologie di aziende.
Tuttavia molti dipendenti rifiutano questa soluzione perché si troverebbero ad avere un imponibile fiscale più elevato e a pagare un’aliquota maggiore Irpef.
Con il welfare aziendale gli straordinari possono invece essere pagati come premio per il lavoratore.
Partecipazione agli utili e partecipazione azionaria
Lavoratori presenti nei meccanismi di gestione e sorveglianza finanziaria dell’impresa potrebbero risolvere due problemi.
Il primo riguarda l’assicurarsi che tutte le decisioni prese in termini di gestione finanziaria, anche con incentivi statali, siano corrette.
In secondo luogo potresti come imprenditore contribuire ad arginare la cosiddetta “fuga dal lavoro”, conseguente anche al lunghissimo periodo di pandemia da Covid che abbiamo vissuto.
In questo modo un modello partecipativo potrebbe creare una maggiore fidelizzazione.
Assicurazione sanitaria e assistenza sanitaria integrativa
Tra le voci più apprezzate del welfare aziendale, ottime per incrementare la produttività dei dipendenti, ci sono quelle che vertono sulle assicurazioni sanitarie e l’assistenza sanitaria integrativa.
Alcuni esempi di cosa significa tutto ciò? Beh, oltre alla classica previdenza complementare potresti stilare per i tuoi dipendenti una polizza contro il rischio infortuni o contro il rischio di perdere l’autosufficienza o di imbattersi in una grave patologia.
Fondo pensione e Assicurazione sulla vita
Un’opportunità molto interessante che il welfare aziendale ti consente di avere come imprenditore e impresa consiste nella possibilità da dare al dipendente di convertire i premi di risultato in previdenza integrativa.
In pratica tutto quello che guadagna come premio va a finire in un fondo pensione.
Queste somme non vengono assolutamente tassate e in più viene previsto un risparmio contributivo, sia per il dipendente che per l’azienda e il datore di lavoro.
Lo stesso vale per la stipula di polizze vita, che possono portare vantaggio ad entrambe le parti.
Il successo del Welfare aziendale in questi ultimi anni
Vogliamo infine darti qualche dato sul successo che le pratiche di welfare aziendale hanno riscosso presso le imprese, soprattutto quelle piccole.
Oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello di iniziale diffidenza verso queste azioni, e negli ultimi sei anni (parliamo di un periodo di tempo che va dal 2015 al 2021) le imprese più attive nel welfare sono più che raddoppiate*.
Bene, anche per questa settimana è tutto. Continua a leggere il nostro blog per scoprire quale argomento tratteremo a maggio per il mondo del lavoro e delle imprese.
* Secondo gli ultimi dati emersi dal rapporto Welfare Index PMI 2021 “Oggi le Pmi sono fondamentali per la ripresa e rinascita del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del PNRR: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità”.