"Anche tu stai commettendo il PECCATO MORTALE che ha fatto sprofondare negli Inferi migliaia di aziende?"
Continua a leggere e scopri se sei già dannato… o se ti potrai redimere!
I più grandi imprenditori sanno che il successo della propria azienda dipende non solo dalle decisioni prese dalla direzione, ma anche dal contributo dei dipendenti.
Tuttavia, molte aziende più piccole e guidate da cosiddetti imprenditori alle prime armi o “allergici” allo studio e alla formazione professionale, tendono a trascurare l’importanza di coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali, sprecando così un’opportunità preziosa di migliorare l’efficienza e la produttività aziendale.
Diciamo che questo atteggiamento è tipico della maggior parte delle aziende del territorio, purtroppo… anzi, la tipica figura del “paron veneto fasso tutto mì” (traduz. “padrone veneto faccio tutto io” 😆) viene spesso portata come esempio di comportamento autoritario da seguire quando si ricopre un ruolo di spicco in un’impresa.
Be’… che dire, siamo nel Terzo Millennio e possiamo dire che è arrivata l’ora di stravolgere un po’ questa visione medievale che, sinceramente, non ha più senso di esistere nel 2023.
E non parliamo di questo solo per dare fiato alla bocca o per far fare aerobica alle dita sulla tastiera, ma per esperienze personali, vissute in molti anni di gestione di un’azienda costantemente in crescita.
Partiamo con la nostra disamina facendoci subito la domanda principale che tutti quanti i datori di lavoro si farebbero a questo punto:
“Perché dovrei coinvolgere i dipendenti?? Che cosa ci guadagno??”
Be’, i vantaggi sono abbastanza scontati anche senza un’analisi approfondita, ma (forza!) cominciamo a vederli assieme, ché un momento di buona condivisione non è mai sprecato! 😉
- In primo luogo, se inviti i tuoi dipendenti ad esprimere una loro opinione, riesci ad ottenere una prospettiva unica e diretta sulle esigenze e le sfide dell'attività; questo perché i dipendenti sono in prima linea nella gestione dell'azienda ed hanno un'esperienza prevalentemente pratica del lavoro svolto (al contrario di te che sei di stanza in direzione, a coordinare sì la prima linea, ma da lontano). Chiedere loro il parere sulle questioni che riguardano il loro lavoro, inoltre, non solo dimostra rispetto per la loro esperienza e dedizione alla mansione, ma aiuta anche a identificare eventuali problematiche pratiche che possono essere risolte per migliorare i processi. Questa partecipazione alla gestione dell'azienda, che possiamo definire attiva, porta ad una maggiore consapevolezza delle esigenze dei clienti e dei processi di lavoro, sia da una parte che dall’altra.
- In secondo luogo, poi, sperimenterai (e te lo posso garantire al cento per cento) un aumento della motivazione e dell'impegno dei lavoratori. Sì, perché coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali li fa sentire apprezzati e parte integrante delle attività dell'azienda. Quando i dipendenti sentono che la loro opinione è ascoltata e addirittura presa in considerazione (cosa che dovrebbe essere normale, ma che ancora non lo è) sono più motivati e impegnati nel lavoro svolto. E questo non può portare ad altro che ad un ambiente di lavoro più positivo, dinamico e collaborativo e ad una maggiore soddisfazione dei lavoratori.
- Come terzo punto, sarai testimone di uno sviluppo esponenziale della creatività e delle idee innovative. Solitamente, all’interno di un team aziendale si nascondono sempre una manciata di dipendenti “fuori dall’ordinario” che, se lasciati liberi di esprimersi nei processi decisionali, potrebbero portare una montagna di idee e soluzioni innovative che migliorerebbero la qualità del lavoro svolto, ma quasi sempre essi si sentono timorosi, arrivando addirittura a vergognarsi di aprire bocca ed esporre i loro pensieri, portando un danno a se stessi come individui fuori dal comune e all’azienda, che si auto-priva di tantissime occasioni. È il momento di lasciare le vecchie mentalità e di renderci conto dell’immenso patrimonio umano su cui investiamo tantissimi soldi ogni mese e che potrebbe portarci risultati 10 volte superiori alla norma, se ben valorizzato.
- In quarto luogo, ti accorgerai dell’aumentato senso di responsabilità e controllo sui propri compiti da parte dei dipendenti che vengono sistematicamente coinvolti nei processi decisionali. Vengono investiti di una responsabilità maggiore, che porterà a sua volta queste persone ad avere un maggiore controllo sui propri compiti. Per non parlare del senso di appagamento personale e di soddisfazione che si diffonde in maniera potente tra le fila (almeno, dei dipendenti top; esistono comunque sempre quei dipendenti che si accontentano di fare il loro lavoro e di non avere rotture ulteriori, ma questi sono risorse utili ma non indispensabili, da seguire e mantenere attivi, ma su cui non vale la pena investire molto di più).
- Infine, possiamo concludere dicendo che, agendo in questo modo, favorirai un ambiente di lavoro collaborativo e stimolante. Quando i dipendenti si sentono ascoltati e rispettati, sono più propensi a lavorare insieme, a collaborare l’uno con l’altra per raggiungere gli obiettivi dell'azienda. Questo può portare ad un clima lavorativo più positivo e ad una migliore qualità della vita lavorativa, oltre che ad un salto di qualità dell’azienda intera.
Questi erano i 5 vantaggi principali, ma ce ne sarebbero tantissimi altri… solo che non vogliamo trattenerti qui con noi fino al prossimo Capodanno 😆
Ma ora è arrivato il momento di cambiare registro.
Hai visto il Paradiso Aziendale che raggiungerai se deciderai di coinvolgere i tuoi dipendenti nelle decisioni dell’azienda… ora è il momento di sbirciare nell’Inferno Aziendale che si creerà (e che si sta creando proprio in questo momento) nelle aziende che decideranno di restare nella loro mediocrità e di tappare le orecchie di fronte alle possibili idee vincenti e opinioni di valore che i lavoratori potrebbero esprimere, solo perché “dipendenti sottoposti che devono lavorare, stare zitti e portare i soldi a casa a fine mese” (mentalità preistorica e ottusa, da combattere ad armi spianate).
Facciamo dunque una rapida panoramica su questo potenziale Inferno che potrebbe scatenarsi, in maniera tale da essere completamente consapevoli di tutte le implicazioni sia da una parte che dall’altra e, in base a queste, decidere che tipo di titolari vogliamo essere “da grandi” come si dice, no? Perché anche se siamo diventati imprenditori, non si finisce mai e poi mai di imparare e di migliorarsi… di crescere, insomma 😉
- I lavoratori sperimenteranno un forte senso di alienazione a causa della mancanza di coinvolgimento nelle decisioni prese a livello direttivo, arrivando a sentirsi sottovalutati e non apprezzati. In un contesto del genere, anche i lavoratori migliori possono diventare apatici e demotivati, il che può avere conseguenze negative sulla motivazione e la produttività dell’intera azienda.
- Ecco dunque il secondo punto: bassa motivazione e produttività in tutta la truppa. I dipendenti top, che potrebbero dare tanto all’azienda, ma che non vengono coinvolti nelle decisioni o almeno consultati sulle questioni di operatività, cominceranno a sentirsi privi di uno scopo, trattati da automi senza anima, e la loro motivazione nel lavoro subirà un calo sempre più forte, fino a portarli a ricercare qualcosa di nuovo da un’altra parte. E questo sarebbe solo l’inizio: si innesterebbe un circolo vizioso che, a poco a poco, ti sottrarrebbe tutti i migliori e ti lascerebbe solo con i dipendenti di serie B a gestire un’azienda che, un tempo florida, ora ha i giorni contati.
- Arriverà il momento in cui ti accorgerai di quanto si stia alzando il tasso di turnover del personale. L’abbiamo anticipato nel punto precedente: i dipendenti non stimolati, non valorizzati, non apprezzati, cominceranno a cercare la felicità altrove… come una moglie che non venga più corteggiata dal marito, per intenderci. Ha ragione ad andare con un altro, caspita, se tu non le presti più la minima attenzione, e lo stesso vale per un dipendente! E, sì, puoi pensare: “Sì, vabbè, morto un Papa se ne fa un altro, qualcuno che rimpiazzi questi scansafatiche piagnucoloni lo trovo di sicuro”… ma ti rendi conto di quanto sia malandata la gestione delle tue risorse economiche e di tempo se ragioni così?? Quante ore hai impiegato per trovare quella persona che ora se n’è andata? Quante ore hai investito per formarla? Quanti soldi per pagarla? Tutto buttato all’aria; proprio una bella gestione, tipica dell’imprenditore di successo, non c’è che dire.
- Per non parlare della perdita di tutta l’esperienza e le competenze accumulate negli anni dalla forza lavoro esistente. Ogni dipendente ha un bagaglio culturale, formativo, esperienziale unico, magari simile a quello di qualcun altro, ma sempre almeno un po’ diverso: magari qualcuno può conoscere in maniera più tecnica un aspetto della tua realtà aziendale, mentre un altro ha accumulato un sacco di esperienza nella parte pratica, per non parlare di quell’altro novellino che non sa assolutamente niente del tuo settore, ma, provenendo da un settore complementare, potrebbe apportare moltissime idee vincenti per lo sviluppo dell’azienda. Pensa a tutto quello che stai pagando e lasciando sul piatto a non sfruttare fino all’ultima parola di ogni tua risorsa, pensaci attentamente e non dormirai più la notte, se sei effettivamente una persona con l’animo del vero imprenditore!
Ecco, questa è la nuda e cruda realtà.
E sei solamente tu, titolare d’azienda, a decidere se fare della tua azienda un Inferno in terra o un Paradiso terrestre.
Per concludere, non vogliamo fare la solita morale, ma desideriamo davvero condividere con te, con il cuore in mano, un’esperienza che ci è capitata pochi giorni fa con una nostra collaboratrice.
Tutto il direttivo dello studio si è riunito per discutere di un problema bello serio relativo alla gestione di una pratica per un’azienda nostra cliente.
A livello direttivo avevamo deciso di procedere in un modo piuttosto drastico, ma alla fine abbiamo deciso che ci serviva assolutamente un parere più “pratico”.
Abbiamo riunito tutto il nostro team, dalla stagista alla dipendente senior, e abbiamo posto loro la questione e la decisione che avevamo preso.
Le ragazze si sono dimostrate attente, propositive, analitiche e, alla fine, abbiamo concluso di seguire i loro consigli: usare un approccio meno drastico e tentare la strada della mediazione con gli enti e con l’azienda stessa.
Ecco, qui si scateneranno i commenti:
“Ohmmioddio! Hanno avuto il fegato di chiedere l’opinione della “plebe” santo cielo che scandalo! Vevamente un modo di agive vipvovevole, mischiavsi con i sottoposti” 🙄
Sinceramente?
Con un team affiatato come il nostro, costruito con anni e anni di sudore, lacrime e sangue (e non stiamo scherzando) questa si è rivelata la decisione migliore, in questa e in altre occasioni.
La cosa che ci ha riempito più di orgoglio e di soddisfazione, però, è stata questa: una delle nostre collaboratrici, di livello senior, per di più, si è sbilanciata con un sorriso da orecchio a orecchio, dicendo che in vent’anni, nel lavoro precedente, non le era mai stata chiesta un’opinione da parte dei titolari o, comunque, dei responsabili. Essi si limitavano semplicemente a dare ordini e i dipendenti dovevano eseguirli a testa bassa; se si azzardavano a dire “Ma…” venivano riempiti di insulti e bestemmie (sì, anche bestemmie per davvero, non è un’esagerazione). Dopo vent’anni, venire convocata, ascoltata e presa in considerazione fino a cambiare la decisione iniziale del direttivo aziendale, è una cosa che l’ha sconvolta in maniera molto positiva, facendole guadagnare un sorriso gigante e una sicurezza in se stessa mai provata.
Credici, tu che ci stai leggendo: non stiamo scherzando, è tutto vero; non scherzeremmo mai su un argomento delicato come questo.
Ecco, dunque, con un piccolo, anzi, per noi immenso, aneddoto sulla nostra vita aziendale, desideriamo salutarti qui e lasciarti alle tue riflessioni sull’importanza dell’ascolto dei tuoi dipendenti (ovviamente, di quelli top, non di quelli mediocri o addirittura tossici).
Per favore: mettilo in pratica e ti accorgerai di tutti i risvolti positivi che la tua azienda otterrà.
Buon lavoro, caro collega imprenditore! 😉