“COSA FARE QUANDO IL TUO TEAM SI ADDORMENTA”

Venerdì 24 settembre 2025

 

C’è stato un periodo — lo ammetto — in cui il mio team mi stava troppo simpatico.

Eravamo affiatati. L’atmosfera era rilassata.

Ragazze giovani, volenterose, educate.

Ogni tanto si rideva. Qualche battuta.

Le pause caffè diventavano brainstorming.

Poi, però, ho iniziato a vedere cose strane.

Un file inviato in ritardo.

Un cliente lasciato in attesa per troppo tempo.

Un errore rifatto identico, dopo che lo avevamo corretto insieme.

E nessuna, dico nessuna, che mostrasse il minimo senso di colpa.

Un giorno, dopo l’ennesima svista, ho detto:

 

“Ragazze, ma vi rendete conto o no?”

 

E una di loro, con la faccia serena, mi ha risposto:

 

“Eh, sì Andrea, scusa… ma dai, capita.”

 

Capita.

Come se fossimo a una cena tra amici e avessimo rovesciato il prosecco sulla tovaglia.

Lì ho capito che il problema non erano loro. Ero io.

Avevo abbassato la guardia.

E con essa, avevo abbassato le aspettative.

Pensavo che il clima sereno avrebbe portato precisione.

Che il “lavorare bene insieme” avrebbe generato performance.

Che il team, sentendosi a proprio agio, avrebbe dato il meglio.

E invece stavo costruendo un parco giochi.

Il lavoro andava avanti.

I clienti erano contenti.

Ma io, dentro, sentivo che qualcosa si stava rompendo.

Il rispetto.

Perché quando non c’è un po’ di timore,

quando non c’è il brivido del deludere il Caesar, quando ogni errore è un “capita” e non un “cazzo, scusami, lo risolvo ora”

…allora hai perso il comando.

Un collaboratore che non ha paura di deluderti,

prima o poi inizierà a farlo con leggerezza.

Non per cattiveria.

Ma perché tu gli hai fatto credere che andava bene così.

Allora ho fatto una cosa semplicissima.

Una cosa che nessun manuale HR ti suggerisce.

Ho smesso di essere simpatico.

Ho iniziato a dire con freddezza:

 

“Questo non va bene.”

“Questo non si fa più.”

“Questo è inaccettabile.”

 

Senza alzare la voce.

Senza arrabbiarmi.

Solo con tono chirurgico.

E sai cosa è successo?

Le prime volte, aria tesa.

Occhi bassi. Bocche serrate.

Poi, attenzione.

Poi, cura.

Poi, risultati.

Perché quando le persone sanno di poter deludere, scatta una cosa strana e potente: iniziano a tenere davvero a quello che fanno.

 

 

💣 L’istruzione BOMBA di questa settimana

 

Osserva il tuo team.

E chiediti:

“Quando sbagliano, hanno paura di deludermi…

…o sono già convinti che tanto li capisco?”

Se la risposta è la seconda,

allora devi alzare il livello della tua presenza.

Non con rabbia.

Con autorità.

Con aspettative chiare.

Non per spaventare.

Perché il rispetto non nasce dal sorriso.

Nasce dalla linea che non si può oltrepassare.

 

In posizione! 🌿🤚🌿

 

P.S.: Come sempre, la Lettera del Caesar della prossima settimana contiene un vantaggio competitivo.

O lo prendi tu, o lo regali al tuo concorrente.

A te la scelta. 😏

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