"E se il tuo dipendente cambiasse
improvvisamente posto di lavoro?"
I metodi per trattenerlo in azienda più tempo possibile
Questa rubrica la dedichiamo ad un argomento che sicuramente ti starà a cuore: la rentention di chi lavora per te.
Se non hai mai sentito questa parola prima d’ora ti diciamo subito che si tratta di azioni da mettere in campo per cercare il più possibile di trattenere i dipendenti nella tua azienda.
Già stai pensando che ti sembra un’impresa impossibile?
No!
La buona notizia è che esistono delle dritte utili che possono indirizzare i titolari d’azienda verso una strategia mirata di retention dei dipendenti.
Le dimissioni in massa o la difficoltà di trovare personale: due trend tipici di questi ultimi anni
Dalle piccole imprese alle grandi società, le cosiddette “Grandi Dimissioni” (nel senso dei numeri) stanno colpendo duramente le aziende.
Prendiamo l’esempio degli Stati Uniti, che spesso rappresentano la cartina di tornasole delle condizioni economiche anche europee (ed italiane, di conseguenza).
Ebbene, nonostante le devastazioni del COVID-19 (che anche in Italia ha dato una bella botta alle aziende), un record di 4,3 milioni di americani ha lasciato il lavoro ad agosto, con ben 10,4 milioni di posti di lavoro aperti e i dipendenti a metà carriera stanno guidando l’esodo.
Questo sta accadendo anche nel nostro Paese, sebbene con numeri molto più limitati, va detto.
Il risultato?
Un mercato del lavoro altamente competitivo in cui molte aziende faticano a trattenere i dipendenti e ad attrarre nuovi talenti.
I dati suggeriscono che anche questa tendenza non sta rallentando.
In pratica più di 4 lavoratori su 10 stanno valutando la possibilità di lasciare l’attuale impiego, data anche dalla disponibilità di posti di lavoro e dalle nuove opportunità aperte dal passaggio al lavoro a distanza.
I dipendenti che restano, intanto, osservano che i loro colleghi se ne vanno, e i loro carichi di lavoro spesso aumentano.
Questo può portare a una spirale discendente di partenze e stress.
I dipendenti frustrati e oberati di lavoro hanno meno probabilità di lavorare al massimo, il che significa che il prodotto o il servizio dell’azienda ne risente e i clienti hanno interazioni più negative con l’azienda.
La soluzione passa solo da un'accurata strategia di retention
L’unica soluzione per fermare questa catastrofe è quella di trattenere i tuoi dipendenti in azienda.
Dovrai applicare quella strategia che in gergo viene definita “Retention”.
Ora come vedi il termine prende un significato netto.
Quello che dovrai fare perciò è fidelizzare quanto più puoi i tuoi dipendenti, perché come vedi a loro non basta più un semplice stipendio, ma serve qualcosa di più.
Del resto, hai impiegato molto tempo e fatica per costruirti un team aziendale degno di questo nome: una selezione dura, un processo di recruiting portato avanti senza dimenticare niente, ed ora come imprenditore sei davvero soddisfatto.
Cerca perciò di non cantare vittoria troppo in fretta!
Già, perché se vuoi ritenerti sicuro dei tuoi dipendenti devi costantemente motivarli e fidelizzarli.
Come fare a trattenere i tuoi dipendenti più validi in azienda?
In un’epoca in cui le aziende competono per i migliori talenti, i leader stanno incanalando i loro sforzi per coinvolgere e trattenere la loro forza lavoro globale come fare allora per trattenere a lungo i tuoi dipendenti più validi in azienda?
Con compensi e benefici più alti?
Certo, questi spesso sono fattori decisivi quando si contemplano diverse opportunità di impiego.
Ma l’attuale forza lavoro è alla ricerca di qualcosa di più di un semplice stipendio competitivo: devi considerare anche fattori come le opportunità di crescita professionale e l’accesso a programmi di apprendimento e sviluppo.
I dipendenti ora danno la priorità al tempo personale, alla salute mentale, al benessere e all’equilibrio tra lavoro e vita privata più che mai.
Tu come imprenditore devi allora prima comprendere le esigenze dei dipendenti per soddisfarle: per raggiungere questo obiettivo esistono i professionisti delle risorse umane e delle problematiche del lavoro, come Studio Freccia.
Il nostro modo di lavorare è quello di impiegare competenze specifiche per migliorare l’esperienza dei dipendenti e supportare l’impegno e la fidelizzazione a lungo termine per i team di lavoro.
Dopo aver inquadrato la necessità che si ha in azienda di mantenere quanto più a lungo è possibile i dipendenti fidelizzati attraverso la cosiddetta “Retention”, occupiamoci invece del “come fare per”.
Già sappiamo che assumere talenti notevoli non è facile, e quindi quando li abbiamo in squadra non dobbiamo farceli sfuggire.
Questo infatti è il primo passo per costruire un team dalle prestazioni elevate.
Tuttavia, le aziende hanno bisogno di strategie efficaci per potenziare e trattenere la propria forza lavoro, lo sappiamo tutti.
In un’era in cui le aziende competono per i migliori talenti, non tutte ci riescono.
Vediamo come fare, considerando che al giorno d’oggi i dipendenti danno la priorità al tempo personale, alla salute mentale, al benessere e all’equilibrio tra lavoro e vita privata più che mai.
Ecco allora alcune strategie chiave che dovresti considerare se vuoi assicurarti i migliori talenti in azienda e mantenerli.
Aggiorna il tuo modello lavorativo
Le politiche di lavoro flessibili stanno guadagnando sempre più consensi.
Infatti, la mancanza di flessibilità è uno dei motivi principali delle dimissioni dei dipendenti.
I dipendenti vogliono opzioni oltre ai tradizionali lavori d’ufficio dalle 9.00 alle 18.00.
I modelli ibridi e le aziende che ultimamente si appoggiano allo smart working rappresentano opzioni interessanti che offrono anche ai dipendenti orari flessibili.
Se dunque come imprenditore aggiornerai il tuo modello di lavoro aggiungendo flessibilità vedrai aumentare le valutazioni di soddisfazione e il coinvolgimento dei dipendenti più in gamba.
Come mettere in pratica questa strategia
Progetta da subito un programma che definisca le disposizioni per il lavoro ibrido o remoto.
Stabilisci che la partecipazione ad alcune riunioni sia virtuale e comunica il tutto ai tuoi dipendenti, in modo che acquisiscano familiarità con le procedure, le aspettative e gli obiettivi relativi a prestazioni e produttività.
Pianifica poi revisioni periodiche per adattare la tua politica in base alle prestazioni e al feedback dei dipendenti.
Presta sempre attenzione ai feedback
Di sicuro saprai quanto richiedere feedback (cioè l’opinione dei dipendenti in qualunque situazione) si riveli una strategia efficace per conoscere le prospettive e le esigenze di chi lavora per te.
È una metrica importante che consente alle aziende di determinare se stanno soddisfacendo le aspettative oppure, in caso contrario, se devono cambiare qualcosa.
Ovviamente se raccogli il feedback dei tuoi dipendenti non ignorarlo, ma metti in pratica le modifiche che ti hanno richiesto.
Ricorda che ascoltare e agire in base ai feedback crea fiducia ed anticipa un coinvolgimento ed un benessere sempre maggiore dei dipendenti.
Come mettere in pratica questa strategia
Rendi i tuoi sondaggi divertenti e creativi.
Puoi utilizzare giochi e immagini per far sì che si tratti un’esperienza positiva e non noiosa.
Quando poi fai una domanda dimostra apertamente ai tuoi dipendenti che stai ascoltando.
Prendi alcune delle migliori idee e mettile in pratica.
Fai poi attenzione a non apportare cambiamenti in modo drastico: fallo gradualmente in modo che le persone possano abituarsi.
Concentrati sull'equilibrio tra lavoro e vita privata
I dipendenti che non hanno un buon equilibrio tra lavoro e vita privata probabilmente riconsidereranno il loro futuro nella tua azienda, quindi progettare iniziative per il benessere è fondamentale.
Ora che più persone lavorano in remoto, il confine tra lavoro e casa ha iniziato a sfumare.
I datori di lavoro devono costruire una cultura aziendale che dia priorità al benessere dei dipendenti, il che significa dare loro un maggiore controllo sul proprio lavoro, orari flessibili, carichi di lavoro ragionevoli e supporto emotivo.
Il valore della "prevenzione"
Cerca di gestire bene lo stress di chi lavora per te, e promuovi periodi di disconnessione (in pratica “staccare la spina”) per prevenire esaurimenti mentali e problemi di salute.
Impara a capire quali sono i principali segni di esaurimento dei tuoi dipendenti e agisci di conseguenza. Incoraggia i membri del tuo staff a prendersi del tempo per se stessi, andare in palestra, rilassarsi, etc.
Parliamo ora di quell’insieme di strategie che i datori di lavoro e gli imprenditori utilizzano per mantenere in azienda i dipendenti quanto più a lungo è possibile, fidelizzarli e non consentire che il background di conoscenze acquisite nella nostra azienda vada poi a favore di altri imprenditori qualora il lavoratore si dimettesse.
Sono tante le piccole strategie da applicare per questo scopo, e nello scorso articolo abbiamo cominciato ad analizzarle.
Abbiamo visto quanto un modello lavorativo aggiornato, una costante attenzione ai feedback e all’equilibrio tra lavoro e vita privata sia fondamentale.
Vediamo ora quali sono gli altri accorgimenti da poter adottare per fidelizzare i dipendenti.
Potenziare l'autonomia: un dipendente che gestisce il suo tempo è più soddisfatto
Un dipendente che viene lasciato libero di gestirsi da solo il tempo da dedicare ai progetti lavorativi è un dipendente più soddisfatto e fedele all’azienda per cui lavora.
Secondo diverse ricerche condotte da associazioni di psicologi del lavoro in tutto il mondo, infatti, i dipendenti che lavorano in un ambiente che supporta l’autonomia (il che significa dare ai dipendenti la libertà di lavorare nella maniera e con metodi che preferiscono), tendono a sentirsi più coinvolti e responsabilizzati, portando a una maggiore probabilità di fidelizzazione.
La strategia in pratica
Comincia a mettere in pratica questa vera e propria strategia di retention iniziando con il dimenticare quei processi che vanno sotto il nome di “microgestione”.
Concentrati invece sulla costruzione di una cultura della fiducia.
Questo non solo fa sentire i dipendenti apprezzati, ma desiderosi di esibirsi al meglio.
In particolare offri al tuo team gli strumenti e le opportunità di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro, indipendentemente dal fatto che lavorino in remoto o in ufficio.
Organizza poi regolarmente incontri individuali per rivedere i progressi, discutere le preoccupazioni e celebrare il successo, non per controllare i tuoi dipendenti.
In questo modo farai sentire tutti partecipi di un grande progetto, e l’azienda verrà vista come una grande famiglia allargata.
Il che, di questi tempi, non è poco.
Inclusione: la chiave per una sana e ricca cultura aziendale
Coltivare l’inclusione può avere un impatto positivo sul benessere, le prestazioni e la produttività dei dipendenti, lo sapevi?
L’inclusione è anche la chiave per una ricca cultura aziendale, che conduce dritti ad una crescita di innovazione e creatività.
Sì, ma cosa vuol dire, nello specifico, portare l’inclusione in azienda?
E vale anche per le realtà produttive più piccole?
In realtà portare diversità e inclusione in azienda significa prestare attenzione e rispetto alle differenze di background (cioè di tutte le esperienze che un lavoratore ha avuto nel suo passato lavorativo) delle diverse persone, integrandole nello stesso ambiente lavorativo in modo concreto.
Cambiare spesso gruppi di lavoro, e gruppi sempre eterogenei, danno ai dipendenti un senso di appartenenza e connessione all’azienda.
E abbiamo detto più volte come dipendenti con un forte senso di appartenenza abbiano una probabilità sei volte maggiore di essere coinvolti nella realtà aziendale.
L'inclusione... in pratica!
Come si coltiva l’inclusione in azienda?
Ecco qualche consiglio:
- In qualità di datore di lavoro concentrati sulla costruzione di competenze culturali per comprendere, comunicare e gestire efficacemente team diversi.
- Previeni la discriminazione con l’istruzione. Organizza programmi di formazione e assicurati che dipendenti e manager siano a conoscenza dei potenziali pregiudizi culturali.
- Definisci le politiche antidiscriminatorie e delinea delle procedure per segnalare eventuali problemi o preoccupazioni da parte di lavoratori più deboli in questo senso.
Promuovere la comunicazione e la collaborazione: esperienza positiva per tutti
Promuovere la comunicazione e la collaborazione tra i vari membri del team aziendale porta a un’esperienza positiva per i dipendenti.
Con una comunicazione aperta, i datori di lavoro possono creare fiducia e coinvolgimento anche tra team diversi.
La collaborazione è anche la chiave per un ambiente di lavoro più trasparente, produttivo e più felice e, di conseguenza, tassi di fidelizzazione più elevati.
Come mettere in pratica questa strategia
La prima cosa da fare per promuovere una maggiore comunicazione, lo ribadiamo, è quella di accogliere quanti più feedback costruttivi e promuovere un ambiente sicuro per la condivisione e la discussione di idee.
Successivamente potrai creare iniziative di team building (sessioni di lavoro focalizzate sulla comunicazione in azienda) che promuovano il lavoro di squadra.
Non dimenticare poi di affidarti a programmi di videocall e riunioni in remoto, che si dimostrano sempre molto utili.
L’ultima parte la dedichiamo al cercare di capire il perché molti di essi lasciano il posto di lavoro fisso, magari con un buono stipendio.
Per anni i motivi per cui le persone hanno agito così sono rimasti sempre gli stessi.
In genere era a causa della mancanza di opportunità verso posizioni di livello più alto (promozioni), di un cattivo capo e di pessimi rapporti con lui, oppure perché, semplicemente, avevano trovato di meglio.
In questi ultimi tempi invece ci sono alcune nuove tendenze sorprendenti.
I lavoratori ora cercano una retribuzione migliore, un sano equilibrio tra lavoro e vita privata e migliori condizioni di lavoro.
Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
7 motivi per cui i lavoratori mollano il posto fisso
Se sei un imprenditore, un datore di lavoro, un responsabile delle risorse umane in azienda, imparare perché le persone lasciano il loro impiego può aiutarti a capire cosa stanno cercando in un nuovo ruolo.
E, chiariamolo, non si tratta sempre di soldi.
Ecco allora 7 motivi che sono alla base delle dimissioni.
Il micromanagement e la non condivisione dei valori aziendali come motivi più frequenti
Il motivo più frequente ha a che fare con quello che va sotto il nome di micromanagement o microgestione.
Uno stile manageriale che consiste nel controllo ossessivo da parte del capo del lavoro del dipendente.
In pratica questo atteggiamento rende tossico l’ambiente di lavoro.
Quando le persone sono microgestite, cioè controllate in ogni minima azione che svolgono, è più probabile che soffrano di ansia, non lavorino in modo efficiente e siano meno soddisfatte del proprio lavoro.
Di conseguenza, spesso se ne vanno.
Al secondo posto c’è una mancata corrispondenza dei valori dell’azienda con quelli personali.
Se l’azienda non investe nel lavoro che il dipendente vuole fare, e le mission non coincidono, il lavoratore inizierà a cercare qualcosa che sia più vicino ai suoi interessi.
Il non sentirsi valorizzati e i compensi non adeguati
Subito dopo tra le motivazioni appare un grande classico: il non sentirsi abbastanza valorizzati ed apprezzati dal capo.
Quando i dipendenti non vengono riconosciuti per quello che fanno, diventano stanchi e smettono di impegnarsi.
Accanto a questo c’è sicuramente un compenso non adeguato. In pratica lo stipendio che si riceve non viene ritenuto sufficiente.
È uno scenario a cui stiamo assistendo, questo, soprattutto in Italia, quando addirittura il lavoro viene offerto ma non viene accettato proprio per i salari troppo bassi.
Sappiamo che il prestigio di un impiego conta, ma conta anche il denaro.
Se la retribuzione e i benefici non sono competitivi, i lavoratori non avranno altra scelta che cercare un compenso migliore altrove.
Inoltre, potrebbero iniziare a sentire di essere sfruttati, e questo per un imprenditore non è mai positivo, perché la voce potrebbe diffondersi in giro.
Il sentirsi bloccati e la scarsa comunicazione in azienda
Un altro motivo per cui ci si dimette è il sentirsi bloccati nel percorso di carriera.
La crescita all’interno di un’azienda non offre solo opportunità per imparare e guadagnare di più ma dovrebbe rafforzare il valore percepito del dipendente.
Tra le motivazioni addotte per le dimissioni compare anche la scarsa comunicazione in azienda, che può assumere diverse forme.
Si potrebbe infatti trattare di una costante confusione dei ruoli (non si riesce mai a capire bene cosa bisogna fare e chi lo deve fare) oppure il dipendente potrebbe non essere sicuro di ciò che ci si aspetta da lui.
Una cattiva comunicazione ha anche a che vedere con riunioni inutili ed improduttive e con la sensazione di non poter essere onesti con il proprio capo.
Se non si può comunicare con i colleghi e con i superiori, i dipendenti non resteranno a lungo in azienda.
Mancato equilibrio tra lavoro e vita privata
Infine, ultimo ma non certo per importanza come motivo per cui si danno le dimissioni, è il mancato equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il lavoro è solo una parte della vita di un essere umano, ma anche quando è soddisfacente, tutti abbiamo interessi al di fuori di esso, altrimenti saremmo delle macchine, dei robot.
Quando un lavoro è così impegnativo da non lasciare tempo per il resto della nostra vita, tutto inizia a risentirne, così come la nostra salute mentale.
Se le aziende e i manager non incoraggiano la cura di sé, i loro team si esauriranno presto.
È bene perciò correre ai ripari.