Recentemente ho gestito un progetto ad altissimo potenziale.
E avevo due fuoriclasse in squadra (2 freelancer, per la precisione, ma poco sarebbe cambiato se fossero stati dipendenti.. entiendes?). Alena, la creativa, quella con le idee visionarie. Michele, il pragmatico, l’uomo dei numeri e della fattibilità.
Un giorno, sono entrati in rotta di collisione totale su come sviluppare il progetto. E io ho fatto quello che ogni “bravo capo” pensa di dover fare. Ho cercato di mediare.
Ho passato una settimana a fare da paciere. Un caffè con Alena per ascoltare le sue ragioni. Un pranzo con Michele per capire le sue perplessità. Ho provato a creare un compromesso, una via di mezzo che potesse accontentare entrambi. Mi sentivo un leader saggio ed empatico.
Il risultato? Un disastro completo.
Il compromesso era una soluzione debole, senza anima, che non piaceva a nessuno dei due. Peggio ancora, Alena e Michele avevano smesso di parlarsi. Comunicavano solo attraverso di me. Io ero diventato il loro centralinista del risentimento.
Il progetto era bloccato, l’atmosfera sufficientemente tossica da farmi imprecare già dal primo mattino. Cercando di risolvere il loro problema, lo stavo solo alimentando e, cosa più grave, lo stavo rendendo mio. Ho capito allora che il mio intervento non era la soluzione. Il mio intervento ERA il problema.
Smettila di pensare che il conflitto sia una cosa negativa.
Il conflitto è energia.
È il segnale che alle tue persone importa qualcosa.
Che hanno passione, che hanno investito la loro intelligenza e il loro ego nella missione.
Il vero, mortale pericolo per un’azienda non è il rumore di una lite. È il silenzio dell’apatia.
Il tuo errore da comandante è intervenire per “riportare la pace”.
Facendo così, insegni ai tuoi uomini che non devono assumersi la responsabilità delle loro divergenze. Insegni loro che possono correre dal “capo” a lamentarsi, invece di comportarsi da professionisti adulti. Uccidi la responsabilità individuale e crei una cultura della dipendenza.
La prossima volta che due tuoi soldati entrano in conflitto, la tua unica mossa è questa.
Li costringi a confrontarsi.
Li costringi a essere responsabili.
Li tratti da adulti.
Smettila di fare il terapista della tua azienda. Inizia a fare l’arbitro. Il tuo compito non è risolvere i conflitti dei tuoi uomini.
Il tuo compito è pretendere che loro siano abbastanza professionali da risolverli da soli. La tua unica mossa è metterli nelle condizioni di non avere altra scelta.
In posizione! 🌿🤚🌿
P.S.: Come sempre, la Lettera del Caesar della prossima settimana contiene un vantaggio competitivo.
O lo prendi tu, o lo regali al tuo concorrente.
A te la scelta. 😏
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