C’è stato un tempo in cui ho visto “spegnersi” progressivamente il cervello di Nausicaa, la mia stretta assistente.
Nausicaa è una delle persone più brillanti che io abbia mai avuto in squadra. Veloce, strategica, con un’intuizione fuori dal comune.
Ma ogni venerdì, per quattro ore, il suo unico compito era un copia-incolla infinito. Doveva estrarre manualmente i dati da tre fonti diverse, assemblarli in un report settimanale per i clienti e inviare venti email identiche, cambiando solo il nome del destinatario.
Un lavoro da robot. E io la stavo pagando per farlo.
Per mesi, ho visto quel compito come un “costo necessario del business”.
Una di quelle cose noiose che, semplicemente, “vanno fatte”.
Poi, stanco di vedere un talento sprecato, ho deciso di investire qualche centinaio di euro in un software di automazione per creare e inviare quei report in automatico.
All’inizio ero scettico. Temevo i costi, la complessità, il tempo per impostare tutto. Ma la settimana dopo l’implementazione, è successa la magia. Il venerdì pomeriggio di Nausicaa si è liberato.
La vera rivelazione, però, non è stata il tempo risparmiato. È stato quello che Nausicaa ha fatto con quel tempo. Invece di compilare i dati, ha iniziato ad analizzarli. Ha scoperto un pattern interessante nel comportamento di alcuni clienti. Ha sviluppato una nuova idea di servizio basata su quel pattern. E nel giro di un mese, ha venduto quel nuovo servizio a tre dei nostri clienti più importanti.
In quel momento ho capito.
Non avevo automatizzato un compito. Avevo liberato un talento.
Avevo smesso di pagare Nausicaa per fare il lavoro di un robot, e le avevo finalmente dato lo spazio per fare il lavoro di un comandante. L’automazione non le aveva rubato il posto. Le aveva dato una promozione che io non avevo avuto la lucidità di offrirle.
Troppi imprenditori vedono il loro team come un insieme di “braccia per eseguire compiti”. Un comandante vede il suo team come un insieme di “cervelli per risolvere problemi”. I compiti stupidi, noiosi e ripetitivi sono una gabbia che impedisce ai tuoi cervelli migliori di funzionare al massimo del loro potenziale.
L’automazione è la chiave di quella gabbia.
Non serve a sostituire le persone. Serve a sostituire la parte peggiore del loro lavoro.
Immagina due aziende identiche, con 5 persone ciascuna.
Il Comandante A, il Risparmiatore, si rifiuta di spendere 100€ al mese per un software che automatizzi la fatturazione e la gestione dei social media. Pensa: “Perché pagare, se ho delle persone che possono farlo?”. Il suo team passa il 20% del tempo in compiti manuali. Lui è convinto di aver risparmiato 100€.
Il Comandante B, lo Stratega, spende quei 100€ al mese senza pensarci due volte. Il suo team risparmia quel 20% del tempo. E lo usa per chiamare i vecchi clienti, per studiare i concorrenti, per proporre nuove strategie. Il loro valore per l’azienda esplode.
Chi dei due sta davvero risparmiando?
Chi sta costruendo un plotone di esecutori e chi un consiglio di generali?
Smettila di pagare persone intelligenti per fare lavori stupidi.
Ogni compito ripetitivo che non automatizzi è un insulto silenzioso all’intelligenza del tuo team e un furto al potenziale della tua azienda.
I tuoi concorrenti vedono l’automazione come un modo per avere meno persone. Tu devi vederla come un modo per avere persone migliori.
Libera i tuoi soldati dal fango delle trincee, e ti mostreranno come vincere la guerra dall’alto della collina.
In posizione! 🌿🤚🌿
P.S.: Come sempre, la Lettera del Caesar della prossima settimana contiene un vantaggio competitivo.
O lo prendi tu, o lo regali al tuo concorrente.
A te la scelta. 😏
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