Prorogare altri 12 mesi un dipendente a tempo determinato che ha già lavorato 12 mesi: si può o no?
Ecco l’unica risposta corretta
Quel tuo dipendente che hai assunto quasi un anno fa ti sta dando qualche grattacapo…
È ok, sì, ma farlo diventare un membro effettivo del team di lavoro della tua azienda, trasformandolo in un tempo indeterminato, non è un’opzione che ancora ti convince.
Non sai cosa fare: tenerlo o lasciarlo a casa? Altre opzioni non ci sono…
Tuttavia, navigando su internet, d’un tratto vedi un articolo che parla della proroga di altri 12 mesi con causale.
In pratica, la Legge italiana dice che se hai assunto un dipendente a tempo determinato e ormai sei arrivato al limite delle proroghe fino a 12 mesi, potresti tirare avanti per altri 12 mesi (arrivando, dunque, fino ad un tempo determinato di 2 anni).
Come?
Semplicissimo: ti basta una dichiarazione che spieghi perché hai bisogno di più tempo e la motivazione deve rientrare in una delle causali previste dalla Legge.
Ah, queste causali sono 2, principalmente:
- esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
- esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria.
Ottimo!
Il raggio d’azione è molto ampio, basta aggiustare un po’ la dichiarazione (magari facendosi aiutare da un legale, che sa come girare per bene le frasi) e il gioco è fatto: altri 12 mesi senza troppo impegno!
Ecco una situazione comune a molti imprenditori: la tentazione di approfittare di questa Legge molto vantaggiosa per i titolari d’azienda (per una volta!).
Ed eccolo qui, l’insidioso pericolo mascherato da grande opportunità!
Nonostante la Legge dica chiaramente che altri 12 mesi sono fattibili previa causale, la verità è che questa è una vera e propria zona grigia che può rivelarsi una scelta grandiosa tanto quanto può trasformarsi in un campo minato.
⚠️ L’insidia delle causali “all’acqua di rose” ⚠️
Se le causali che ti permettono di fare una cosa sono vaghe, semplici, ad ampio spettro, non chiaramente definite… ecco, tutta questa libertà di azione dovrebbe già far scattare i campanelli d’allarme.
Sembra semplice, ma è proprio la loro genericità a rappresentare un rischio.
La Legge non è chiara, le interpretazioni possono variare enormemente e ciò che oggi sembra sicuro, domani potrebbe non esserlo più.
Decidere di procedere con la proroga con causale, potrebbe portarti a due scenari principali:
🤩 Scenario idilliaco: tutto procede senza intoppi, la proroga non causa problemi e vivrete per sempre felici e contenti
😰 Scenario problematico: qualcosa va storto, i rapporti si incrinano, il dipendente (che decidete di lasciare a casa) impugna il licenziamento e fa valere i suoi diritti di fronte al giudice.
La Legge prevede che, in caso di contestazione, potresti essere obbligato a riassumerlo, ma questa volta a tempo indeterminato, e per di più gli dovresti anche dare un risarcimento che potrebbe arrivare anche fino a 12 mensilità di stipendio.
Situazione spinosa vero?
Ma se la proroga con causale è consentita dalla Legge, perché la stessa Legge potrebbe metterti con le spalle al muro in questa maniera??
Perché è scritta con i piedi e le condizioni sono talmente vaghe che, se succede qualcosa, la decisione dipenderà da come si è svegliato il giudice quel giorno (e da quanto lo Stato debba fare cassa sulle spalle degli imprenditori, ovviamente).
✅ L’unica risposta davvero CORRETTA ✅
Di fronte a tanta e tale incertezza, sia se uno ti dica che la proroga con causale si può fare senza problemi, sia che uno ti dica che invece non si può fare… la risposta sarà comunque sbagliata.
Qual è la risposta corretta, dunque, se né SÌ né NO vanno bene?
Come consulenti, l’indicazione più corretta che potremo mai darti in questi casi sarà: la risposta certa NON ESISTE, perciò ti consigliamo di non pensarci nemmeno a ricorrere a questo tipo di proroga!
Potrebbe sembrare un’opportunità mancata, ad un occhio inesperto, ma in realtà è una preziosa salvaguardia per la sicurezza tua come titolare e della tua azienda come impresa.
In un mondo ideale, le leggi sarebbero chiare e le decisioni facili.
Nella realtà, essere titolare d’azienda significa navigare in un mare in tempesta di complessità ed essere sballottato continuamente qua e là dai flutti: la cautela e la capacità di non farsi ammaliare dalle “sirene della Legge” sono i tuoi migliori alleati.
Prima di prendere qualsiasi decisione, dunque, rivolgiti ad un consulente affidabile e PRETENDI di essere messo di fronte non solo a tutti i benefici immediati, ma anche a tutti i rischi nascosti e a lungo termine e alle minacce abilmente nascoste.La tua azienda merita una gestione che guardi al futuro con saggezza, non solo con ottimismo 😉