Sono passati letteralmente anni da quando ho prenotato la mia prima, VERA vacanza da titolare. Le canoniche 2 settimane, traslate dalla figura di dipendente a quella di titolare.
Vabbeh, sorvoliamo.. 🙈
Ho passato i quindici giorni precedenti in uno stato di panico controllato. Ho scritto un manuale di 20 pagine su “cosa fare se…”. Ho programmato due call di check-in al giorno con il team. Sono partito con la sensazione di aver lasciato una bomba a orologeria in ufficio.
I primi tre giorni sono stato un incubo. Controllavo le email ogni cinque minuti dalla spiaggia. Rispondevo alle chat mentre avrei dovuto cenare. Ero fisicamente in vacanza, ma mentalmente ero incatenato alla mia scrivania.
Poi, al quarto giorno, è successa una piccola crisi in studio. Un cliente importante ha fatto una richiesta assurda all’ultimo minuto. Il mio primo istinto è stato di chiamare e prendere il comando, come sempre. Ma ero in un’escursione, in una zona con poco campo.
Quando sono riuscito a ricollegarmi, ore dopo, ero pronto al disastro. Invece, ho trovato un’email di una delle mie impiegate, una persona davvero in gamba. Il testo diceva:
“Ciao capo, so che sei offline. È successa questa cosa con il cliente X. Ho analizzato la situazione con gli altri, abbiamo deciso di gestire il problema in questo modo. Cliente soddisfatto. Problema risolto. Goditi le ferie.“
In quell’istante, ho provato due emozioni. Un pizzico di inutilità. E subito dopo, un’ondata di orgoglio che non avevo mai sentito prima.
Non ero indispensabile. E quella era la vittoria più grande della mia carriera. Ho capito che fino a quel giorno non stavo guidando un’azienda. Stavo gestendo un fan club della mia indispensabilità. La mia paura di andare in ferie non era un segno della mia importanza. Era la prova del mio totale fallimento come comandante.
L’imprenditore medio si vanta di essere “sempre sul pezzo”. È una trappola mortale. Essere indispensabile non significa che hai successo. Significa che sei il singolo punto di rottura della tua stessa azienda. Significa che non hai un asset. Hai solo un lavoro, pagato peggio e con più stress. L’obiettivo di un vero comandante non è essere l’eroe che vince la battaglia.
È costruire un esercito che può vincere anche senza di lui.
Ci sono due tipi di sovrani.
Stai costruendo un monumento al tuo ego (Re-Eroe) o un’eredità che ti sopravvivrà (Re-Architetto)?
Smettila di lavorare per essere indispensabile. Inizia a lavorare ossessivamente per renderti inutile. Se la tua azienda non può sopravvivere a una tua settimana di assenza, non hai un asset. Hai una palla al piede. La tua vera “exit strategy” non è vendere l’azienda. È poter andare in ferie e non ricevere nemmeno una telefonata.
In posizione! 🌿🤚🌿
P.S.: Come sempre, la Lettera del Caesar della prossima settimana contiene un vantaggio competitivo.
O lo prendi tu, o lo regali al tuo concorrente.
A te la scelta. 😏
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