"TRASFORMARE UNA CRISI IN UN SUCCESSO: IL POTERE DI PARLARE CHIARO"

La scorsa settimana, durante una delle mie consulenze, un piccolo imprenditore, Stefano, si è seduto di fronte a me con un’espressione tesa.
Era evidente che qualcosa lo turbava, ma ci è voluto un po’ di tempo prima che arrivasse al punto.
<<Ho un problema con Marco, uno dei miei migliori dipendenti>>,
ha esordito.
<<Ma non so come affrontarlo. Ultimamente sta accumulando ritardi e non sembra più il professionista che conoscevo. Però ho paura di parlarci: non vorrei peggiorare la situazione..>>
Stefano aveva toccato un nervo scoperto per molti titolari d’azienda.
Affrontare conversazioni difficili non è mai semplice, ma la mia esperienza mi ha insegnato che evitarle non è mai la soluzione.
Così gli ho chiesto di raccontarmi di più.
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La storia di Marco
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Stefano mi ha spiegato che Marco era sempre stato un pilastro del team, uno su cui potevi contare a occhi chiusi.
Ma da qualche mese qualcosa era cambiato: ritardi nelle consegne, progetti lasciati a metà , atteggiamento distante.
<<Ogni volta che lo vedo, penso di affrontarlo, ma poi mi blocco..>>
ha ammesso Stefano.
<<Non voglio rovinare il rapporto o farlo sentire attaccato.>>
Gli ho chiesto cosa temesse di più.
<<Che pensi che non mi fidi di lui.
O peggio, che si offenda e decida di andarsene.
Non posso permettermi di perdere un talento come lui..>>
Ho capito subito che Stefano si trovava in quella posizione difficile che ogni imprenditore vive prima o poi: sapere di dover intervenire, ma non sapere come farlo senza danneggiare il rapporto.
Così, gli ho detto: <<Vediamola insieme. Partiamo dai fatti e costruiamo un approccio chiaro.>>
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Come ho guidato Stefano
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Prima di tutto, gli ho suggerito di prepararsi.
<<Le conversazioni difficili falliscono quando non si parte da basi solide,>>
gli ho spiegato.
<<Concentrati sui fatti, non sulle emozioni. Questo ti permetterà di parlare con chiarezza e senza accuse.>>
Gli ho chiesto di annotare esempi specifici:
<<Non dire semplicemente che Marco è in ritardo. Porta dati concreti: le date, i progetti coinvolti, le conseguenze per il team. In questo modo, avrai una base oggettiva su cui costruire il dialogo.>>
Poi, gli ho parlato dell’importanza del tono.
<<Non entrare nella conversazione con un atteggiamento accusatorio. Invece di dire ‘Non fai mai le cose in tempo’, prova con ‘Ho notato alcuni ritardi e vorrei capire come possiamo affrontarli insieme.’ Questo apre un dialogo invece di creare conflitto.>>
Stefano ha annuito, ma il suo nervosismo era ancora evidente.
<<E se si chiude a riccio o non vuole parlare?>>
Gli ho suggerito di usare domande aperte:
<<Chiedigli come si sente rispetto al lavoro, se sta affrontando difficoltà personali o professionali.
E poi ascolta.
Davvero.
A volte dietro un comportamento problematico c’è qualcosa che non immaginiamo.>>
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La conversazione con Marco
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La settimana successiva, Stefano mi ha chiamato per raccontarmi com’era andata.
Con un tono tra il sollevato e l’entusiasta, mi ha detto:
<<Hai avuto ragione.
Marco era distante perché stava affrontando dei problemi personali.
Non ne aveva parlato con nessuno, e io non avevo mai pensato di chiederglielo..>>
Stefano mi ha spiegato che, seguendo il nostro piano, aveva affrontato Marco in modo chiaro e rispettoso.
Gli aveva mostrato i dati sui ritardi e spiegato come stavano influenzando il team, ma senza farlo sentire sotto accusa.
Marco, a quel punto, si era aperto e aveva raccontato delle difficoltà personali che lo stavano distraendo.
<<Abbiamo trovato una soluzione insieme>>
mi ha detto Stefano.
<<Ho ridotto il suo carico di lavoro per qualche settimana e pianificato dei momenti di verifica per monitorare i progressi. È stato come rivedere il vecchio Marco tornare in ufficio!>>
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Le lezioni che abbiamo imparato
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Dopo aver ascoltato Stefano, abbiamo riflettuto insieme su cosa aveva funzionato e su cosa no.
Prima di tutto, affrontare la conversazione era stato il passo più importante.
<<Non avrei mai immaginato che Marco stesse affrontando quelle difficoltà ..>>
ha ammesso.
<<Se non glielo avessi chiesto, avrei continuato a fare supposizioni sbagliate.>>
In secondo luogo, l’approccio basato sui fatti aveva fatto la differenza.
<<Quando gli ho mostrato i dati, ha capito che non lo stavo attaccando personalmente, ma che volevo risolvere un problema..>>
Infine, il follow-up era stato essenziale.
<<Non mi sono limitato a parlare con lui una volta.
Ho continuato a seguirlo, a dare feedback sui miglioramenti e a riconoscere i suoi sforzi.
Questo ha rafforzato il nostro rapporto.>>
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Il messaggio fondamentale per te Titolare d’azienda
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La storia di Stefano e Marco dimostra una cosa fondamentale: affrontare le conversazioni difficili non è solo una questione di risolvere problemi immediati, ma di costruire una cultura aziendale fondata sulla fiducia e sul rispetto.
Ogni leader, prima o poi, si troverà di fronte a una situazione simile.
La differenza tra successo e fallimento non sta nel problema, ma nel modo in cui viene affrontato.
E, come Stefano ha scoperto, una conversazione difficile non è mai solo una sfida: può essere un’opportunità per migliorare, crescere e rafforzare l’azienda.