Anni fa, ho dovuto scegliere una nuova piattaforma software per un servizio chiave della mia azienda.
C’erano due opzioni sul tavolo. Opzione A: più potente, ma complessa e costosa. Opzione B: più semplice, più economica, ma con qualche limite.
Ho passato tre settimane bloccato in un limbo. Tre. Settimane. 😱
Ho creato fogli Excel con tabelle comparative a 50 voci. Ho letto ogni singola recensione online. Ho fatto tre demo per ciascuna piattaforma. Ho coinvolto il team in riunioni infinite per “valutare insieme”.
Credevo di essere un leader prudente e analitico. La verità? Ero solo terrorizzato di sbagliare.
La svolta è arrivata quando Angela, una delle mie persone più dinamiche e tenaci, è venuta da me e mi ha detto, con rispetto ma senza mezzi termini:
“Andre, non importa quale scegli. Scegli A o scegli B, noi ci adatteremo e la faremo funzionare. Ma per favore, decidi. Perché così, fermi, stiamo solo perdendo tempo e morale.”
Le sue parole sono state uno schiaffo.
Aveva ragione. La mia ricerca della “decisione perfetta” stava paralizzando le mie persone migliori. Stava comunicando a tutto il plotone una cosa sola: il loro comandante ha paura. La mia indecisione non era un segno di intelligenza strategica. Era un atto di pessima leadership che stava sabotando l’unica cosa che conta: la capacità del mio team di agire.
L’imprenditore medio crede che il suo compito sia prendere sempre la decisione “giusta”. È una bugia. Il campo di battaglia del business cambia ogni singolo giorno. Non esiste la decisione giusta a priori. Esiste solo la decisione presa e quella non presa.
Una decisione, anche se si rivela “sbagliata”, ti sposta su una nuova casella della mappa. Da lì hai una nuova visuale, nuove informazioni, e puoi correggere la rotta. La non-decisione, invece, ti lascia fermo nello stesso punto, mentre il nemico avanza, il tempo passa e le tue risorse si esauriscono. L’inazione è l’unico vero errore strategico.
Immagina un generale che deve attaccare una fortezza. Ha due opzioni.
Il Generale Incerto passa tre giorni a studiare le mappe, a leggere i rapporti delle spie, a intervistare i suoi ufficiali. Cerca la certezza assoluta. Mentre lui è bloccato nell’analisi, il nemico, che lo osserva, ha tutto il tempo di fare una cosa: minare entrambi i sentieri.
Al quarto giorno, qualunque decisione prenderà il nostro generale sarà peggiore di una decisione “sbagliata” presa tre giorni prima. La sua indecisione ha dato al nemico l’arma più potente di tutte: il tempo.
Smettila di cercare la decisione “giusta”. Non esiste. Esiste solo la decisione presa e la decisione non presa. La prima ti dà un risultato — positivo o negativo — da cui imparare. La seconda ti dà solo un rimpianto e il tempo perso. Un comandante non colleziona rimpianti. Prende decisioni.
In posizione! 🌿🤚🌿
P.S.: Come sempre, la Lettera del Caesar della prossima settimana contiene un vantaggio competitivo.
O lo prendi tu, o lo regali al tuo concorrente.
A te la scelta. 😏
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