Vuoi essere un buon capo?

Ecco alcuni consigli per riuscirci!

Venerdì 4 marzo 2022

In questo articolo parleremo di un argomento su cui c’è sempre molto da dire: quello relativo all’essere un buon capo.

Già, come datore di lavoro ti sarai spesso chiesto se stai agendo bene verso i tuoi dipendenti, se magari dovresti fare di più per rendere più soddisfatti loro e, di conseguenza, avere maggiori vantaggi per la tua azienda, in termini di produttività e visibilità.

Noi di Studio Freccia possiamo darti qualche consiglio.

Comincia con il coltivare l'empatia

Forse ti ricordi di come era il tuo capo, quando hai cominciato a lavorare.

Era un tipo con cui risultava difficile interfacciarsi, che si concentrava solo sui tuoi errori e ti faceva passare la voglia di andare in azienda?

Oppure hai avuto la fortuna di lavorare per un grande capo, un leader forte che ti ascoltava, ti apprezzava e ti motivava?

Tieni presente questi ricordi e le sensazioni che ti provocano per cercare di trasporli verso quello che sentono ora i tuoi dipendenti nei tuoi confronti.

Stiamo parlando di coltivare, perciò, il sentimento dell’empatia.

E sappi che un capo poco empatico in genere porta a un morale basso e ad un elevato turnover dei lavoratori, mentre un leader aziendale che esercita l’empatia aumenterà la produttività dei dipendenti e creerà una cultura dell’alta performance.

Ma come riuscirci?

Sii sincero con i tuoi dipendenti e ascolta cosa hanno da dirti

Mentre uno su un milione può essere un leader nato, alla stragrande maggioranza dei buoni leader questo viene insegnato con il tempo.

Purtroppo non ci sono scuole per imparare a rapportarsi bene con le persone e in maniera proficua, tuttavia si può apprendere molto seguendo delle buone pratiche e dei giusti consigli, e soprattutto facendo tesoro dell’esperienza.

Uno dei modi migliori per creare un ottimo rapporto con i tuoi dipendenti e diventare un buon capo è quello di essere sinceri.

Ma attenzione: questo non  significa diventare il loro migliore amico!

Significa condividere la nostra comune esperienza umana, abbattere le difese e dimostrare che anche tu sei una persona reale.

Questo atteggiamento ti fa sembrare più accessibile e ti aiuta a guadagnare rispetto.

Sei ancora il capo?

Sì, ma mostrando empatia e rispetto reciproco, è molto più probabile che i dipendenti forniscano e accettino feedback onesti.

Diventa un modello per abbracciare il cambiamento

Il cambiamento può far venir fuori il meglio dei leader, se gestito bene.

In effetti, uno studio recente ha rilevato che la principale sfida per la leadership tra molti dirigenti senior era proprio la gestione del cambiamento e dell’innovazione.

Imparare a dirigere un’azienda attraverso il cambiamento, quindi, si rivela un’abilità fondamentale che i capi devono possedere, sia che si tratti di adottare nuove politiche e procedure, introdurre un nuovo modello di business o adattarsi ad un nuovo stile di leadership.

Diventare un modello in tal senso significa allora dare una risposta positiva e professionale al cambiamento e stabilire uno standard su come andare avanti.

Crea una visione comune e condivisa

Facci caso: un generale di prim’ordine non si preoccupa che i guerrieri lo seguiranno quando verrà lanciato il grido di battaglia, perché come capo ha chiarito chiaramente per cosa stanno combattendo e qual è la posta in gioco.

Un leader aziendale lungimirante farà lo stesso.

Ogni dipendente dovrebbe avere chiara l’importanza di ciò che sta facendo.

I dipendenti a cui viene data voce nel processo decisionale comprendono lo scopo alla base della visione dell’organizzazione e sono più disposti a danno una mano negli obiettivi dell’organizzazione.

In altre parole, i dipendenti supportano ciò che aiutano a creare.

Ecco perché capire come diventare un leader porterà unità attorno a una visione condivisa.

Finora abbiamo parlato semplicemente di leadership aziendale, in altre parole: di come essere un buon capo.

Ci siamo soffermati sulle caratteristiche principali che un datore di lavoro deve possedere se vuole davvero avere successo in azienda, non solo verso i propri dipendenti, ma proprio per aumentare la produttività ed il buon nome dell’impresa che dirige.

Ora ci concentreremo sull’importanza della squadra, del team di lavoratori, che deve sempre essere motivato dal datore di lavoro.

Vediamo come.

Mantieni sempre aperta la comunicazione con tutti

È importante che tu che sei il capo, possa contare sempre sulla tua squadra.

Un leader può contare su un team ad alte prestazioni solo se capisce come i ruoli vadano anche interscambiati, in azienda, e mantenendo sempre aperte tutte le linee di comunicazione.

Qualche esempio pratico di quello che stiamo dicendo?

Eccone uno: fai sapere ai tuoi dipendenti che tieni alla loro opinione.

E ancora: fornisci sempre ai membri del tuo staff tutte le competenze e le risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro in maniera efficace.

Dovresti anche offrire l’opportunità di utilizzare le loro abilità in modi nuovi o chiedere di farsi avanti per guidare una riunione o un progetto se cominci a notare questo potenziale.

I tuoi dipendenti capiranno così che non si tratta di lavorare solo per far ottenere dei meriti a te, ma per crescere professionalmente in azienda.

Le aspettative dovranno essere chiare e realistiche

Sapevi che i tuoi dipendenti si sentono frustrati quando vengono rimproverati per non aver fatto qualcosa che però NON è mai stata comunicata correttamente?

E allora, invece che aspettarti semplicemente che i tuoi dipendenti svolgano il loro lavoro, in qualità di capo efficiente dovrai dare obiettivi chiari da raggiungere, aspettative chiare su ciò che accadrà se si riuscirà a raggiungerli o meno e una tabella di marcia per portare a termine il lavoro.

Esattamente, hai capito bene: dovrai stilare anche un planning temporale, con deadline e tempi di scadenza.

I leader in gamba valutano infatti anche tutti i fattori che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi e si assicurano che siano raggiungibili.

Anche perché, e si sa, il morale della tua squadra soffre quando subisce continuamente fallimenti.

D’altra parte, riconoscere quando gli obiettivi vengono raggiunti e fornire un feedback positivo motiva a continuare a lavorare sodo.

Gestisci in maniera appropriata i fallimenti

Il fallimento fa parte della vita.

Il modo in cui lo gestisci come capo di un’azienda o di una squadra la dice lunga su come ti rapporti con i tuoi dipendenti.

La rabbia e il dito puntato sono spesso controproducenti, sai?

Invece, se vuoi sapere come essere un grande leader, se qualcosa non funziona o è andato storto, cerca di approfondire con il tuo team per capire DOVE avete sbagliato, e come le cose avrebbero potuto essere fatte diversamente per garantire il successo.

Assumiti la responsabilità di qualsiasi parte che hai giocato nella mancanza di successo su un determinato progetto.

Insieme, quindi, identificate le cose che possono essere migliorate in futuro.

Continua sempre a perfezionare la tua formazione

Tieni infine sempre a mente che non esiste il leader perfetto e, dato, che l’azienda di oggi non è più come quella del passato ma ci si deve costantemente aggiornare, è fondamentale che un buon capo continui a migliorare le proprie competenze e sia al passo con le innovazioni del settore in cui opera.

Potresti anche lavorare sui tuoi punti di forza e di debolezza.

Una volta identificate le aree di competenza che vorresti rafforzare, allora è il momento di imparare a mettere in pratica nuove azioni e comportamenti.

Per dotarsi di grandi capacità di leadership, è necessario sapere su quali argomenti dovrai concentrarti.

Al primo posto delle doti da possedere noi mettiamo la passione per il proprio lavoro, e l’integrità etica.

Chi ha una buona e innata capacità di gestione tende ad essere molto appassionato in ciò in cui crede.

Si tratta di caratteristiche molto “contagiose” sul posto di lavoro, che possono motivare gli altri a condividere i propri valori.

Come capo, non dovresti mai compromettere ciò in cui credi in modo che gli altri vedano in te un esempio affidabile.

L’etica potrebbe sembrare  un “antico” valore, in realtà è invece molto importante nell’ambiente di lavoro: dovresti sempre trattare gli altri con onestà.

Se le tue azioni saranno allineate ai tuoi valori questo verrà apprezzato da tutti i tuoi dipendenti.

E sai bene quanto ti serve guadagnare il rispetto di chi lavora per te!

Utilizza un approccio incentrato sulle persone

Oltre ai tuoi dipendenti, i membri del tuo team (e in generale i colleghi, perché non è che se sei il capo tu non possa avere colleghi!) sono le più grandi risorse della tua organizzazione.

Dovresti trattarli come tali e renderli una priorità nella pianificazione verso gli obiettivi della tua azienda.

Al giorno d’oggi, con la maggior parte delle aziende alle prese con il problema della fidelizzazione dei clienti, avere un approccio incentrato sulle persone sembra un modo sensato per affrontare la tua forza lavoro.

Devi ascoltare le loro esigenze e integrare queste informazioni nella tua pianificazione generale.

Questo te lo abbiamo detto già molte volte: sull’importanza dell’ascolto noi di Studio Freccia siamo fissati! 😉

Gestisci bene il tuo tempo

Il tempo è una risorsa limitata, quindi devi adattare adeguatamente i tuoi piani alle esigenze del tuo team.

I grandi leader sanno a cosa dare la priorità e QUANDO dare la priorità a determinati problemi.

Perciò, è importante che tu prenda decisioni rapidamente per offrire alla tua azienda un vantaggio sul mercato.

È però, d’altro canto, anche molto importante sapere quando fare una pausa.

A volte infatti sarai troppo stressato per affrontare i problemi dei tuoi dipendenti.

In questi casi concediti il tempo per recuperare le energie perse di cui avrai bisogno per ritornare poi di nuovo al comando senza intoppi.

Valorizza la diversità dei talenti

Durante la tua vita professionale incontrerai persone molto diverse con abilità diverse.

Se già gestisci un gruppo di lavoratori o hai una piccola impresa te ne sarai accorto.

In qualità di capo, allora, dovrai accettare tutta la diversità dei talenti che hai nella tua squadra e adattare al meglio i loro sforzi alle prestazioni complessive dell’azienda.

In che modo?

Semplicemente dovresti valutare ogni persona come un individuo e NON solo come parte della tua squadra.

Ciò che può funzionare per una persona, potrebbe non funzionare per gli altri.

Cerca di conoscere queste persone una per una.

Conoscere bene la propria squadra è fondamentale per ogni grande leader.

Delega i compiti: non essere accentratore!

L’ultima dote in questa lista di consigli, ma non certo per importanza, che un vero capo possiede è quella di delegare.

I grandi leader infatti non cercano di fare tutto il lavoro da soli!

Ti sembra strano questo?

E invece no, perché la microgestione del tuo team è un male: dovresti dare invece a ciascuno dei tuoi dipendenti autonomia per fare il proprio lavoro e avere lo spazio per essere creativi.

Dare potere agli altri è un compito quotidiano per chi cerca di coltivare la cosiddetta leadership.

Devi delegare i compiti in modo da mostrare ai tuoi dipendenti che ti fidi di loro e della loro capacità di ottenere risultati positivi.

Si tratta di un ottimo modo per motivare la tua forza lavoro.

Continuiamo ora con i consigli per i datori di lavoro per essere un buon capo e sviluppare un proficuo rapporto con i propri dipendenti.

Una delle caratteristiche più importanti per un imprenditore è quella di promuovere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.

Questo vale sia per te stesso, che in quanto professionista hai bisogno di ricaricare le batterie, sia per i tuoi lavoratori, che necessitano ogni tanto di “staccare la spina” per evitare di cadere nel cosiddetto burn-out e non essere produttivi.

C’è un metodo per promuovere questo tipo di equilibrio, chiamato, con un’espressione inglese “work life balance”?

Scopriamolo insieme.

Le cinque regole fondamentali per il work life balance

Per far sì che i tuoi dipendenti rendano sempre al massimo, siano produttivi, e al contempo abbiano abbastanza tempo libero da dedicare a loro stessi, esistono delle dritte che tu come capo puoi applicare. Sono 5 consigli (o regole, fai tu) che possono davvero facilitarti la vita in azienda.

  1. Per prima cosa come capo concentrati sulla produttività dei tuoi dipendenti e non sulle ore di lavoro. Questo significa che se un lavoratore riesce a produrre gli stessi risultati in meno ore, vuol dire che è estremamente produttivo e che la tua azienda sta andando alla grande. Non caricarlo con altre mansioni. 
  2. A proposito di carichi di lavoro: rivedili regolarmente, con cadenze fisse. Una stessa persona non può essere sempre sottoposta a stress con carichi eccessivi di lavoro, mentre un altro dipendente fa molto meno. Sposta quindi a turnazione le mansioni verso i tuoi dipendenti.
  3. Concedi delle pause ai tuoi dipendenti durante la giornata. Sappiamo tutti come va a finire in quelle aziende in cui i lavoratori non hanno neppure il tempo di andare in bagno! Odio covato, ritorsioni contro i capi, clima in ufficio insostenibile, contestazioni sindacali. Ne vale la pena? Meglio avere dei dipendenti sereni che sappiano apprezzarti.
  4. Bilancia quando si può con lo smart working: il lavoro a distanza ha delle potenzialità non indifferenti, anche per te imprenditore. Sfruttale quando possibile e con i dipendenti che hanno la giusta personalità per poter lavorare anche da casa mantenendo lo stesso ritmo produttivo.
  5. Fai sì che gli orari di lavoro siano flessibili: inutile imporre giornate lavorative (con straordinari) dalle 9 del mattino alle 8 di sera, se poi tutti si lamentano! Con orari flessibili chi lavora per te sarà in grado di lavorare anche meglio.

I benefici di un work life balance ben applicato in azienda

Se seguirai le dritte che ti abbiamo appena dato, vedrai che i benefici per la tua azienda saranno notevoli, proprio perché i tuoi dipendenti lavoreranno meglio.

Innanzitutto, verrà ridotto di molto il livello di stress.

Un sano equilibrio tra lavoro e vita privata offrirà infatti ai tuoi dipendenti il tempo necessario per prendersi una pausa sul lavoro per soddisfare le esigenze personali o viceversa.

Ciò contribuirà a ridurre la sopraffazione che i lavoratori sentono dallo stress a causa della pressione dell’urgenza di mettere da parte un aspetto della loro vita per l’altro.

Si evita poi il cosiddetto burnout, cioè l’esaurimento psicofisico.

Il burnout arriva con i sintomi di depressione, letargia e persino perdita di concentrazione o incapacità di pensare chiaramente, ostacolando così la produttività per la tua azienda.

Con un sano equilibrio tra lavoro e vita privata, il verificarsi di burnout è drasticamente ridotto al minimo.

Affrontare i sintomi che accompagnano il burnout si tradurrà in un miglioramento della produttività dei tuoi dipendenti.

Un sano equilibrio tra lavoro e vita privata rende infine i dipendenti più motivati a svolgere i compiti in ufficio, dal momento che c’è meno pressione sul lavoro, senza stress e ansia.

Potrai percepire un rinnovato entusiasmo, utile per affrontare il lavoro a testa alta.

E sappiamo che un lavoratore ben motivato è più produttivo ed efficiente.

Eccoci arrivati all’ultima parte del nostro articolo dedicato all’argomento leadership e come essere dei “buoni” capi.

Oggi vogliamo soffermarci proprio sulla differenza tra queste due espressioni. Essere leader ed essere dei semplici capi (gli anglosassoni li chiamano “boss”) non è la stessa cosa.

Tu in quali caratteristiche ti rispecchi?

Si può e si deve sempre migliorare

Essere promossi a un ruolo dirigenziale può sembrare un grande risultato, ma molti professionisti ritengono che la responsabilità si riveli poi più impegnativa di quanto immaginassero.

Essere semplicemente il capo di qualcuno non significa che sei un buon leader.

Una leadership efficace è sempre più importante sul posto di lavoro, poiché sempre più dipendenti lasciano le grandi aziende per un elemento risolvibile: i cattivi capi.

Secondo recenti studi portati avanti da agenzie di recruitment quasi la metà di tutti i professionisti intervistati (49%) ha lasciato un lavoro a causa di un cattivo capo.

Ma bravi dirigenti di azienda si nasce o si diventa?

Tieni presente che anche coloro che iniziano con capacità di gestione meno efficaci possono modificare il proprio comportamento per diventare dei buoni leader.

Perciò, non è mai troppo tardi per imparare e migliorare.

Ecco cosa distingue un semplice capo da un vero leader

  • Il capo comanda, il leader influenza

Una differenza fondamentale tra queste due “filosofie del comando” è che l’autorità di un capo deriva dalla sua posizione, mentre l’autorità di un leader deriva dalla sua capacità di influenzare gli altri. Un capo dovrà dare ordini per istruire gli altri su cosa fare, ma un leader può ispirare gli altri a trovare la strada migliore da seguire, motivandoli al contempo a valorizzare il loro potenziale.

  • Il capo spiega, il leader ispira

Ora, un consiglio che ci sentiamo di darti come imprenditore a capo di un’azienda, piccola o media che sia, è che non dovresti semplicemente spiegare un compito e lasciarlo nelle mani del tuo dipendente. Devi fare di più. Mentre il semplice capo infatti assicura i dipendenti di comprendere il loro lavoro, un leader li supporta e li guida attraverso quello stesso lavoro. Deve, insomma, ispirarli e renderli entusiasti dell’attività che stanno svolgendo.

  • Il capo crede nella disciplina, il leader è un mentore

I dipendenti sono umani e ci si può aspettare degli errori da loro, ovvio. Chi sei come capo lo si vede nel modo in cui affronti gli imprevisti. Mentre è più probabile che i “semplici boss” utilizzino un sistema di ricompensa/punizione per scoraggiare comportamenti scorretti, i grandi leader capiscono che i dipendenti traggono vantaggio dall’incoraggiamento. Se un dipendente si comporta bene in una specifica linea di lavoro, quella forza dovrebbe essere riconosciuta e padroneggiata.

  • Il capo delega i compiti, il leader delega l’autorità

Nei post delle settimane scorse abbiamo parlato dell’importanza di delegare compiti e mansioni ai dipendenti. Il “cosa” e il “come” si delega fanno la differenza. Ricordati che un capo ha obiettivi chiave da raggiungere, mentre un leader stabilirà la visione a lungo termine per il team e la utilizzerà come “un motivatore chiave”. In pratica: un capo ottiene risultati dicendo alle persone cosa fare e si preoccupa di farlo bene. Un leader invece ottiene risultati consentendo al proprio team di capire cosa fare, e si preoccupa di fare ciò che è giusto.

Bene: ora che conosci queste differenze hai capito che tipo di dirigente sei?

Comprenderlo significa aggiustare il tiro ed aumentare la produttività della propria azienda.

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